giovedì 5 dicembre 2013

GENOVA


Era ottobre... Ma un ottobre freddo... Molto freddo.. Un po per la pioggia e un po per il periodo che stavo vivendo... Mi trovavo a Genova per completare uno dei soliti "lavori da finire alla veloce" ... Di quei lavori che devi fare presto... Di quelli che nn c'è mai tempo, e poi fai sempre qualche stupidaggine.. Ma in questo caso, forse il freddo o non so cosa, mi faceva rimanere così concentrato da non incappare nei soliti errori dettati dalla fretta... Erano più o meno le 19:30.. E avevo finito la mia giornata, Cosa molto strana per i miei orari che si protraggono fino a notte fonda, Quella notte che chiami notte ma dovresti chiamare mattina...
Decido quindi di cercare un posto per mangiarmi un boccone, non mi capita spesso di mangiare in orari decenti perché non approfittarne. Fuori pioveva e si gelava... Ma tanto il freddo non mi spaventava, ero abituato. Mi incammino dentro Genova, distratto dai pensieri del lavoro che mi porto dietro sempre quando non voglio pensare ad altro, finché non mi imbatto in una focacceria, piccola... Di quelle che oggi sono negozi etnici che profumano l'aria di medio oriente. Entro ... poiché tutti parlano della focaccia ligure volevo provarla. Mi piace assaggiare le specialità dei posti dove vado.. Mi accoglie un ragazzo, un coetaneo, o almeno sembrava, il quale mi chiede nel suo dialetto cosa volessi, la mia risposta in italiano lo mette in imbarazzo, ma un imbarazzo orgoglioso... Orgoglioso di essere di Genova e di farlo sentire.. . Lo si vedeva... "che bella lingua il vostro dialetto... Io vengo da milano, e li, sentire qualcuno parlare milanese stà diventando difficile... Sarebbe bello che un giovane potesse parlare la stessa lingua di un vecchietto no?" .... Subito lo sguardo si rilassa e cominciamo a parlare.. Di dove ero cosa facevo li e da quanto facesse focacce lui... Matteo, il suo nome, era di una famiglia importante a Genova... Il bisnonno, il nonno, il padre e ora lui facevano focacce, avevano dei grandi negozi in Genova ma poi la crisi ed altri problemi personali gli avevano lasciato solo il suo negozietto e tanta passione per ciò che faceva... Ho mangiato la mia focaccia e bevuto un po di vino insieme a Matteo... Mi sentivo a casa... Dopo un tempo che nn saprei definire si fece ora di andare , quindi estrassi il portafoglio dalla borsa che porto sempre con me... "quant'é Matteo??" "Nulla... Ormai il locale va male... Sto chiudendo.. Anzi dovrei aver già chiuso... È che non so fare nient'altro... Ma se nn sto qui mi sembra di morire... Mi ha fatto così piacere parlare con te... non parlo mai della mi passione... Offro io! Quando tornerai a genova passa ancora di qua... Se ci sono ancora allora mi offrirai una cena tu!" Non sono piu tornato a Genova.... Non ho più avuto occasione... E non so più bene nemmeno dove sia il negozietto di Matteo... E forse non ci andrò mai perchè voglio credere che sia ancora lì dove l'ho lasciato... So solo che in quel giorno d'ottobre, una persona che aveva più freddo di me é riuscita a scaldarmi...

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